Che bella l’NBA

Che bella l’NBA.

Che bella l’NBA, dove grandi campioni si affrontano lealmente e nel massimo rispetto.

Che bella l’NBA, dove il razzismo è talmente combattuto al punto in cui uno dei proprietari più ricchi viene bandito a vita per aver definito un ex giocatore “negro di merda” in una telefonata con l’amante.

Che bella l’NBA, dove non importa il fatto che di quella telefonata siamo venuti a sapere solo grazie a uno scoop, e poco importa che sia un fatto privato.

Che bella l’NBA, dove i più accesi contestatori di quel proprietario sono stati i suoi stessi giocatori, lo staff tecnico, i tifosi.

Che bella l’NBA, dove un giocatore fa coming out da free agent (senza squadra) e viene firmato senza problemi qualche settimana dopo.

Che bella l’NBA, dove giocano 100 giocatori stranieri e nessuno reclama “più spazio per gli americani, #TroppiStranieri!”

Che bella l’NBA, dove la globalizzazione si estende anche agli staff tecnici, che vanno lentamente popolandosi di allenatori stranieri.

Che bella l’NBA, dove ci sono donne che arbitrano e allenano: e tutto ciò viene visto come assolutamente normale. Donne che sono trattate in maniera eguale, elogiate quando la loro conoscenza rappresenta un valore aggiunto e criticate quando lo meritano.

Che bella l’NBA, dove un giocatore che insulta un arbitro gay in campo non solo viene punito dalla lega, ma anche dalla sua stessa squadra (pur “forzata”).

Che bella l’NBA, così lodata da tutti in giro per il mondo, anche da quelli che sono i primi ad avere atteggiamenti beceri, ignoranti, razzisti, sessisti, omofobi, stupidi.

Che bella l’NBA, dove nessuno si sogna di dire all’arbitro gay insultato dal giocatore “lo fai per farlo punire” “sono cose di campo” “è un vergognoso accerchiamento mediatico contro la squadra”.

Che bella l’NBA, dove non esistono pene per la discriminazione territoriale proprio perché non è concepita.

Che bella l’NBA, dove le battaglie culturali e sociali sono abbracciate indistintamente e non in base al proprio opportunismo, che sia relativo al tifo o alla linea editoriale.

Che bella l’NBA, che è talmente grande da permettere a certuni di lavarsi la coscienza.

Che bella l’NBA, perché è facile fare elogiare gli altri e le loro regole ma, allo stesso tempo, dire “sono cose di campo” “opportunista” quando tocca a noi.